L’immersione in apnea è una delle discipline della Subacquea.
Nell’ Immersione in apnea l’atleta, sotto la superficie dell’acqua, utilizza la propria capacità respiratoria e la sola forza muscolare, compiendo una prestazione di resistenza o un percorso orizzontale e/o verticale in apnea (con o senza l’uso di pinne). Si tratta di percorrere le massime distanze possibili trattenendo il respiro, indipendentemente dal tempo impiegato per coprirle. Condizione indispensabile per non incorrere in squalifica è che l’atleta dimostri di avere terminato il suo percorso nel pieno delle sue facoltà psicofisiche, recuperando le sue forze autonomamente nei momenti subito successivi alla performance.
Nell’attività agonistica si distinguono due tipologie di discipline: quelle in acque libere (mare o lago) e quelle di piscina.
Per quanto riguarda le acque libere, si parla di Apnea profonda e sono previste tre specialità.
Apnea in Assetto costante: una progressione verticale, lungo il cavo guida, utilizzando, per discesa e risalita, esclusivamente la forza propulsiva degli arti inferiori e superiori, senza mai tirarsi sul cavo. La prova compiuta a corpo libero (senza attrezzatura) si definisce “immersione in apnea in assetto costante senza attrezzi”; quella in cui si utilizzano due pinne o la monopinna è invece definita “immersione in assetto costante con attrezzi”. Il cavo serve unicamente come riferimento guida, per mantenere la verticalità anche nel blu.
Apnea in Assetto variabile: l’immersione in profondità con una progressione verticale lungo il cavo guida, utilizzando per la discesa l’ausilio di una zavorra (la cui pesantezza deve rientrare entro un limite preciso) che aiuta la discesa dell’atleta senza bisogno di pinneggiare; per la risalita viene usato un pallone (anch’esso di caratteristiche tali da conferire una velocità di risalita controllata) per evitare la pinneggiata solo fino a un certo punto della risalita, oltre il quale si deve proseguire con la sola forza delle gambe.
Apnea in Assetto variabile assoluto o No Limits: non ci sono limiti al peso e alle dimensioni della zavorra di trascinamento sul fondo, né alla portata del pallone di sollevamento. In questo tipo di immersioni (il più rischioso) si raggiungono le profondità maggiori.
Per quanto riguarda invece le attività in piscina, si distinguono due tipi di discipline: l’Apnea dinamica, ovvero una progressione in orizzontale (con pinne, monopinna o anche senza attrezzature), al fine di ottenere il raggiungimento della massima distanza in una piscina di 25 m o 50 m di lunghezza; l’Apnea statica, ossia la prestazione di un atleta che, sotto la superficie dell’acqua, riesce a permanere più a lungo trattenendo il respiro in galleggiamento, senza toccare bordi, corsie o assistenti, in una piscina di 10 m x 15 m, con profondità di 1 m. La temperatura dell’acqua per queste prove deve essere di 27,5°C.
Alcune delle informazioni che si trovano in questo articolo sono state estratte dal libro “Lo sport, le origini e i regolamenti” di Daniele Masala (ed. Caramanica 2016) | Questo portale non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.