Come molti sapranno, l’organo di guida e di controllo dell’organizzazione del Nuoto mondiale è la FINA (Fédération Internationale de Natation), fondata a Londra nel 1908.
In base alle norme sancite dalla FINA, la lunghezza di una piscina (con acqua rigorosamente dolce) che ospiti gare olimpiche o mondiali deve essere di 50 m (di 25 m nel caso di competizioni in vasca corta). La profondità della vasca in ogni punto non deve essere inferiore a 2 m; essa deve inoltre prevedere 8 corsie, larghe 2,5 m ognuna; latemperatura dell’acqua deve essere compresa tra i 25 e i 28 °C. Le corsie (il campo di gara di ogni atleta) sono delimitate da corde con galleggianti che si estendono per tutta la lunghezza della vasca.
La partenza di ogni gara comincia dal “blocco di partenza”: una pedana ben salda e non elastica posta a 0,75 m dalla superficie dell’acqua, con un angolo massimo d’inclinazione di 10°. Ogni blocco prevede una maniglia per la partenza a dorso (che si effettua dall’acqua).
Per le gare ufficiali è obbligatorio il cronometro elettronico fino al centesimo di secondo.
Le categorie in cui sono suddivisi gli atleti sono per genere e per età.
Di seguito vi riportiamo brevi spiegazioni delle discipline di questo sport.
La rana è, tra gli stili ufficiali, la nuotata più antica conosciuta. Sembra che questo stile sia di origine orientale; fece, infatti, fa la sua comparsa in gara esattamente nel 1844 a Londra, quando due nuotatori indiani, Fliyng Gull eTobacco, nuotarono utilizzando uno stile antenato della rana. Pur essendoci confusione sulla questione, sembra che la rana sia stato il primo stile utilizzato nelle competizioni, ma probabilmente non l’unico. Venivano anzi sperimentati altri stili che gradualmente soppiantarono questo stile in quanto a popolarità. Va ricordato che le gare a quel tempo non erano suddivise per specialità, ma veniva stabilita una certa distanza da percorrere, ed il nuotatore che per primo raggiungeva il traguardo era dichiarato vincitore, indipendentemente dallo stile della sua nuotata: fu solo a partire dal 1906 che le manifestazioni nazionali ed internazionali vennero suddivise in tre specialità: rana, dorso e stile libero. Prima delle Olimpiadi del 1960 il regolamento venne modificato in modo da escludere la nuotata subacquea, eccetto che per una sola trazione lunga ed un singolo colpo di gambe dopo la partenza e dopo ogni virata. Il nuovo regolamento stabiliva inoltre che la testa dovesse rompere la superficie dell’acqua ad ogni bracciata e durante tutta la gara. Negli anni Settanta la rana si sviluppò ulteriormente, con l’introduzione della rana pop-up (rana con elevazione), in cui la testa ed il busto vengono innalzati in modo molto evidente ad ogni atto respiratorio. Questo stile si distaccava perciò decisamente dalla nuotata piatta della rana tradizionale, creando una distinzione evidente tra i due stili. Attualmente si usa uno stile ancora diverso, con recupero delle braccia quasi fuori dall’acqua: la cosiddetta rana delfinata, caratterizzata da un movimento “ad onda” del corpo.
In questo stile si nuotano le specialità dei 50 m (specialità non olimpica), 100 m e 200 m, oltre ad essere ovviamente presente nelle discipline miste.
Il dorso ha un’origine non chiara. Nel 1871, a Londra, si diceva che il marchese Bibberot nuotasse un miglio sul dorso nel tempo di 39’30”, senza ulteriori spiegazioni sullo stile utilizzato. Il nuoto sul dorso era comunque molto in voga, ma ebbe un impiego limitato come specialità agonistica fino alle regole del 1906. Da allora fino al 1912 circa, quando venne introdotto il crawl sul dorso, nelle gare si usava una nuotata a doppia bracciata simultanea all’indietro con il colpo di gambe a rana o a sforbiciata.
In seguito all’introduzione del crawl sul dorso, le altre forme di nuoto sul dorso scomparvero gradualmente dalle competizioni ed oggi vengono usate solo per scopi didattici.
Un importante innovatore fu il campione statunitense Adolph Kiefer che dominò nelle gare a dorso dal 1935 al 1945 ed introdusse la virata a capriola; adottò inoltre la spinta laterale delle braccia, quasi in superficie rispetto a quella più profonda usata fino ad allora: una soluzione che determinava un minor dispendio di energie. La tecnica di Kiefer fu poi superata intorno agli anni Sessanta dai dorsisti australiani che introdussero l’uso di piegare leggermente il braccio durante la fase subacquea: fu una tecnica di grandissimo successo.
Questo è l’unico stile che prevede una partenza dall’acqua, con un’immersione, dopo la partenza e dopo ogni virata, di una distanza non superiore a 15 m. A dorso si nuotano le distanze dei 50 m (specialità non olimpica), 100m, 200 m.
Per stilelibero si intende una nuotata libera, generalmente, però, per stile libero s’intende il nuoto a crawl, ed è più corretto indicare questo che è lo stile più veloce, con questo termine. Si nuota pancia in giù, con braccia e gambe che si muovono alternativamente. Nell’articolo sulla storia del nuoto abbiamo già parlato di John Arthur Trudge e diRichard Cavill e non ci ripetiamo i questa sede.
Con questo stile in piscina si nuotano le specialità più differenti, dallo sprint al mezzo fondo: 50 m, 100 m, 200 m, 400 m e poi 800 m per le donne e 1500 m per gli uomini.
Il delfino è una nuotata che ha origine dalla rana. Venne nuotata per la prima volta nel 1933 ed è il più giovane dei quattro stili agonistici: era il 16 dicembre quando Henry Myers lasciò tutti esterrefatti nuotando, in una competizione a rana, uno stile con il recupero delle braccia fuori dall’acqua ed abbinando il colpo di gambe a rana (è la cosiddettafarfalla). I giudici consultarono il regolamento per verificare se fosse conforme alle norme che governavano le gare, ma non essendo prevista alcuna regola che specificasse che le braccia dovessero rimanere interne all’acqua, la bizzarra nuotata fu ritenuta valida. La FINA, nel 1952, differenziò poi le due nuotate distinguendole rispettivamente in “farfalla” e “rana”. Successivamente si adottò il colpo di gambe a delfino che per continuità di efficienza ha soppiantato totalmente la nuotata a farfalla.
Il delfino si nuota dunque sul petto; le gambe e le braccia si muovono all’unisono in maniera sincronica ricordando il movimento del battito d’ali di una farfalla.
Oltre che nei misti, a delfino si nuotano le distanze dei 50 m (specialità non olimpica), 100 m, 200 m.
Nei misti si nuotano tutti e quattro gli stili, nelle distanze di 200 m e 400 m; l’ordine obbligatorio di successione degli stili è: delfino, dorso, rana e crawl.
Le staffette possono essere a stile libero (dove generalmente si nuota il crawl) e miste (in cui ogni nuotatore nuota uno stile diverso, nell’ordine: dorso, rana, delfino e crawl). In tutte le staffette, oltre a quello di squadra, si può stabilire anche un record individuale ufficialmente omologabile, che sia personale, continentale o mondiale: esso è però ufficializzato soltanto per il primo partente di ogni team, poiché la partenza è data dallo starter e non dal cambio cosiddetto “lanciato” (che è invece scaturito dall’arrivo del compagno che l’ha preceduto, favorendone, quindi, una partenza migliore).
Per il Nuoto di fondo insistono regolamenti diversi. In questa disciplina, inserita nel programma olimpico dall’edizione di Pechino 2008, generalmente si nuota in acque libere la cui temperatura è compresa fra i 16° e i 31°C. Il numero di partecipanti alle Olimpiadi è fissato a 25 totali, sia per gli uomini che per le donne. Tutte le partenze debbono essere effettuate con il tuffo (non si parte da spiagge o dall’acqua) ed in linea (cioè tutti insieme). Nelle competizioni internazionali ed assolute è stata inserita una nuova prova: l’Event Team, una gara a squadra che prevede la partecipazione di un uomo e due donne o due uomini e una donna; il tempo convalidato è quello ottenuto dall’ultimo atleta arrivato della stessa squadra. Oltre a questa appena descritta (specialità non olimpica), si nuotano 5 km (specialità non olimpica), 10 km, 25 km (specialità non olimpica).